venerdì 16 marzo 2012

IL TEMPO DELLE MERENDINE - ANNO 1997

Ed ecco il breve racconto di allora, sono passati ben quindici anni ! Oggi le realtà sono un pò diverse, forse la percentuale di obesi è anche cresciuta rispetto ad allora, grazie alle merendine!!

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Una noiosa influenza di stagione mi aveva costretto per due giorni a letto e mi aveva obbligato a passare buona parte del tempo a guardare la TV.
Ma dopo avere assorbito ore di martellanti sequenze di pubblicità sui vari canali, ero stato assalito da una terribile angoscia, poiché mi ero accorto che le mamme che un tempo preparavano la merenda o la torta ai figlioli non erano più gradite.
Ma come era potuto accadere ? Forse tutto era cominciato un giorno alla fine degli anni Cinquanta, quando, passata la grande fame del triste periodo bellico, un industriale dolciario, di cui non ricordo il nome, aveva immesso sul mercato un dolce monoporzione di forma rettangolare, un "pandispagna" , con dentro una crema leggermente alcolica e sopra ricoperto di cioccolata, chiamandolo Sacripante.
La sua presenza nei negozi degli alimentaristi durò poco più di un anno, ma a mio parere fornì l'idea alla Talmone di Torino che realizzò un dolce quasi simile al precedente e che, con il nome di "El merendero", fu lanciato in tutta Italia con grande battage pubblicitario, impiegando in maniera massicia il nuovo mezzo televisivo che da poco, in bianco e nero, aveva iniziato il suo cammino.
Il successo fu enorme e la risposta del mercato fu immediata ed inaspettata, sì da cogliere di sorpresa la stessa Talmone, forse attrezzata con impianti obsoleti e non in grado di soddisfare tempestivamente e sufficientemente le richieste di secondo rifornimento sui punti-vendita.
Fu l'inizio del declino della centenario azienda dolciaria, perché i negozianti pressati dalla clientela, si rivolsero verso prodotti similari che nel frattempo gli accorti concorrenti avevano approntato, e quando la Talmone fu in grado di ridistribuire "El merendero" , le sue forze-vendita si accorsero che ormai il mercato era passato nelle mani dell'agguerrita concorrenza.
La "nicchia" di mercato che gli strateghi della azienda avevano scoperto si rivelò macabramente un "loculo" per la stessa vecchia gloria torinese, la quale nel volgere di poco tempo cessò ogni produzione.
Nel corso degli anni successivi le vendite delle merendine crebbero sempre di più e la nicchia diventò un settore di mercato, che oggi registra cifre da capogiro. Tra l'altro un ulteriore balzo in avanti si verificò quando i grandi maghi della pubblicità riuscirono ad annullare nelle persone non più giovani, il complesso di colpa che avverte inconsciamente un adulto, quando mangia un dolciume, ancor più se normalmente destinato ai bambini.

Ma ritorniamo a come siamo giunti alla nostra convinzione circa la scomparsa della tradizionale merenda preparata in casa.

Dalla attenta osservazione degli spot pubblicitari apprendiamo che :
1) il bambino che mangia la merenda preparata in casa all'antica maniera, si addormenta a scuola, studia male, si sporca le dita, macchia i quaderni (manca poco che lo ritengono financo colpevole della crisi delle nostre istituzioni politiche);
2) la bambina avverte in senso di vergogna a mostrare la sua merenda casalinga che nasconde agli sguardi indiscreti del suo compagno di giochi nel fondo del cestino; fa quindi gli occhi dolci al suo partner che la salva cavallerescamente dalla situazione incresciosa e che le offre la giusta merendina: cominciamo bene....(ma d'altronde si legge nella Bibbia che Esaù vendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie, quindi niente di nuovo sotto il sole!)
3) la mamma ritiene di avere adempiuto ai suoi doveri, cancellando ogni complesso di colpa, comprando delle costose merendine, (e non quelle di poco prezzo), invece di preparare una torta semplice, che poi ad onor del vero rischierebbe di non essere gradita da nessuno dei bambini.
Ma invece la mamma ritiene di ben sapere cosa comprare e quindi di conoscere quali ingredienti stanno ingurgitando i suoi adorati piccoli (beata lei che lo sa!) Ignora o vuole ignorare che con la modica spesa di circa Lire 2000 (ricordatevi che questo scritto risale al 1997, quindici anni fa), può preparare la torta da dieci porzioni, ma dovrebbe applicarsi troppo e poi perdere una buona mezz'ora almeno!
4) oggi, un piccolo atleta, per ricaricarsi di energie, dopo aver scalato una montagna e poi affrontarne la discesa, non deve divorare un robusto pezzo di pane casareccio con dentro una grassa frittata o delle profumate salsiccie, ma ritiene più idonea una merendina ai cereali soffiati, con tanto latte e poco cacao , (come recita lo spot!)

Come sono lontani i nostri tempi! Ricordo ancora con nostalgia che, durante le escursioni sui monti dell'Abruzzo, dopo una pesante salita aprivamo i cartocci delle nostre merende, unti sì di grasso, ma sani e genuini e ci sentivamo in Paradiso; e se la lunga marcia ed il calore del sole avevano indurito il pane già vecchio di un giorno nello zaino, lo si bagnava un attimo nel ruscello, ed era ancora più buono.

E come non ricordare quando alle festa di compleanno, al taglio della torta con la crema e le candeline preparata da mamma, nel servire le porzioni, baravo con la sua complicità per far capitare la fetta con il "fagiolo" alla bambina con le treccine e gli occhiali spessi, per la quale sospiravo, alla quale andava poi in premio un semplice giochino, ricevendone io in cambio un castissimo bacio sulla guancia !

E' triste accorgersi che l'affannarsi delle nuove generazioni, esasperate da uno spinto consumismo, non permette più sentimentalismi, ma tuttalpiù ci può permettere, in occasione del compleanno di consolarci con un maxipanino alla Nutella, con relative candeline!

Ma quanto detto fino ad ora non è poi così grave, mentre quello che profondamente stigmatizzo, in uno dei famosi spot, risiede nelle parole che pronuncia il bambino, il quale risponde al genitore che tenta di frenarlo dal mangiare altri dolci: "Ma uffa, papà!" a cui la mamma risponde giustificando il piccolo maleducato, perché poi infine si tratta di un dolce che ha "tanto latte e poco cacao"!
Ritengo che il dialogo in questione sia a dir poco dannoso per chiunque lo ascolti, grande o piccino che sia. Potrebbe essere un piccolo germe della discordia che, crescendo nel tempo, potrebbe poi portare ad un divorzio o ad un cattivo risentimento verso uno dei genitori.

Comunque spero che questi miei timori, un giorno non lontano, siano ascoltati e condivisi anche da qualche membro del "Gran Giurì sul comportamento dei pubblicitari" perché mi rifiuto di credere che fino ad oggi costoro abbiano chiuso un occhio sull'etica, forse perché intimoriti dinnanzi ad uno dei maggiori utenti di pubblicità d'Europa!.

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