martedì 31 maggio 2011

OSSOBUCO ALLA CIPRIANI

Forse nei mesi passati ho già inserito qui sul mio blog la ricetta dell'ossobuco che di solito mi diverto a preparare. In questo momento non ho la possibilità di controllare se la mia ricetta è simile a quella del famoso Cipriani dell'Harry's Bar di Venezia o di New York, che voglio qui di seguito riportarvi, ma comunque dicevano i nostri padri "latini" repetita juvant!

A volte mi capita di sedere per un bel pò nell'anticamera del medico o del dentista ed allora per non sentire gli urli del bambinetto di turno che fa i capricci, ci si mette a leggere qualsiasi cosa ti capiti sotto mano, anche se si tratta di un vecchio rotocalco spiegazzato che tratta di lavori a maglia di lana con i ferri o ad uncinetto!.
E se si ha la fortuna di trovare qualcosa di veramente interessante, come questa ricetta dell'ossobuco alla Cipriani che era in una rivista che allora giaceva da almeno cinque anni su quel vecchio tavolino e da quando la ho scoperta saranno passati altri dieci anni, si fa di tutto per impossessarsene.
Se le dimensioni del rotocalco sono esigue, quando nessuno guarda lo si può nascondere tra la giacca e il pantalone, o in una borsa da lavoro nel caso se ne disponga in quel momento, altrimenti se si è vestiti in maniera tale da non poter nascondere nulla, bisogna tentare di strappare la pagina dal volume o ritagliarla, ma senza darlo nell'occhio. Io porto da sempre con me un piccolo coltellino svizzero dotato di una piccola forbicina. Quando ho notato la pagina da soffiare via, con la punta della forbicina passo più volte sulla piega della pagina, in maniera di inciderla. Poi, quando vi è del movimento nella sala, cioè se qualcuno entra o se qualc'altro esce, con un veloce colpo la distacco e la lascio lì. Poi con calma, nel momento opportuno la ripiego due o tre volte, la riduco a poco più di un biglietto da visita e con un altro veloce gesto la infilo in tasca. Tanto pagina più o pagina meno, il costo della rivista è stato più volte ammortizzato nel corso degli anni e poi che se ne fregano i presenti dell'ossobuco?? Non sapranno neanche cosa sia ! Tutt'al più penseranno ad una deformazione dovuta all'osteoporosi causata da mancanza di calcio in vecchiaia!!

Ma ritorniamo tra noi in terra!! Insomma questa pagina, negli anni '90 la avevo sottratta forse da una rivista delle Ferrovie, perché la rubrica si chiama Wagon-restaurant! Non ho altri riferimenti.
Allora la volete sentire?? Io adoro l'ossobuco, nel mio ultimo romanzo (che ha vinto il premio "ex aequo" intitolato ad Orio Vergani, famoso scrittore -giornalista), ho anche descritto in che maniera quasi mistica e religiosa lo gustava un signore a Milano. E' un fatto realmente accaduto; ed allora lo ordinai anch'io e quando stavo andando via scoprìì che quel cliente era il padrone del ristorante!!
Non vi dico come si chiamava il ristorante perché tanto oggi non c'è più e forse il vecchio padrone sarà anche morto! E poi qui non si può fare della pubblicità!

Ma forse vi ho troppo stancato con le mie chiacchiere ed allora penso sia meglio rimandare a domani questa ricetta. Comunque la dovrò ridurre e condensare, ma senza nulla togliere alla sua originalità, perché è eccessivamente lunga e prolissa. Ci sentiamo domani pomeriggio, lo giuro!!

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