mercoledì 29 dicembre 2010

FILETTI DI SGOMBRO IN FORNO ALLA PIZZAIOLA; MANGIAMO TANTO PESCE AZZURRO: FA BENE E COSTA POCO!!

Lo sgombro è un pesce azzurro ricco di proteine animali. Lo si trova sempre fresco perché dato il suo basso prezzo di vendita non viene conservato nel ghiaccio o sotto zero. Ho un sapore forte, che può essere migliorato dalla presenza di opportuni condimenti che lo rendono gradevole al palato. L'importante è farlo sfilettare dall'addetto alle vendite, gettando via testa e lisca, poi il resto della preparazione è estremamente semplice e veloce.

INGREDIENTI per 4 persone: sgombro (o palamito) gr 1.200; pomodori pelati 4; aglio 1 spicchio; prezzemolo 1 piccolo ciuffo; origano secco 1/2 cucchiaino; sale ; aceto balsamico; olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; vino bianco secco cc 100.

PROCEDIMENTO: in una pirofila, che poi porterete in tavola, distribuire due cucchiai d'olio sul fondo, adagiare i filetti, uno a fianco dell'altro, con la pelle a contatto del fondo; tagliare a sottili fettine i pomodori pelati(eliminando il liquido di governo) e lo spicchio d'aglio, metterli in una terrina aggiungendo l'olio, un cucchiaino di sale, l'origano, mescolare accuratamente e distribuire questo composto sui filetti.
Distribuire il vino intorno ai filetti. Portare il forno a 180° ed infornare la pirofila per 15 minuti. Tirarla fuori, con un cucchiaio riversare sopra i filetti il condimento caduto sul fondo, versare poche goccie di aceto balsamico su ogni filetto e portare subito in tavola la pietanza ben calda.

Per contorno si consiglia una lattuga tagliata a striscioline, condita con olio, sale ed aceto di vino.

CECI CON PASTA FRESCA DI GRANO DURO: UNA PIETANZA DALLE ANTICHE ORIGINI

Un buon (abbondante) piatto di pasta e ceci può costituire un ottimo "piatto unico" considerato l'elevato contenuto di proteine vegetali da essi contenuto.
Per secoli i ceci insieme agli altri legumi coltivati sul nostro territorio sono stati l'unica fonte di proteine con le quali si sono nutriti diverse generazioni di nostri antenati .

Quando il clima freddo comincia a colpirci, è molto gradevole la pietanza che mi accingo a descrivervi, veloce e semplice da realizzare . I tempi di realizzazione si riducono ancora di più se invece del cece secco, da far permanere in acqua una notte e poi cuocere lentamente per circa 2 ore, acquistate con poco più di un euro un barattolo di ceci già pronti, cotti a puntino.

INGREDIENTI per 4 persone: ceci secchi gr 200; (oppure un barattolo da gr 370 di cui prodotto sgocciolato gr 240); farina di semola di grano duro gr 350; cipolla 1; olio d'oliva extra vergine 4 cucchiai; sale; pepe o peperoncino forte ( se gradito).

PROCEDIMENTO: mettere a bagno per una notte i ceci in acqua. La mattina scolare i ceci e farli lessare in acqua a fuoco dolce e con il coperchio per 2 ore. Nel caso possediate una pentola a vapore e sapete usarla (non voglio offendere nessuno, ma sono tante le giovani spose che hanno ricevuto come regalo di nozze la pentola a pressione e mai hanno osato utilizzarla!) , versatevi dentro un litro d'acqua, un cucchiaino di sale ed i ceci che sono stati a mollo per tutta la notte e chiudete bene. Dal momento che la pentola inizia a fischiare abbassare la fiamma al minimo e dopo 45 minuti togliere dal fornello ed aspettare che si raffreddi. Poi con cautela fare uscire fuori il vapore usando un manico del mestolo ed infine aprirla. I ceci dovrebbero risultare cotti.

Metterne una metà nel mixer e frullarli, unirli all'altra metà ed aspettare che la pasta fresca sia pronta.
Versare la semola di grano duro in una capace ciotola, aggiungere mezzo cucchiaino di sale fino ed impastare con un poco di acqua tiepida. Iniziate con le sole dita, poi con tutta la mano e lavorate la pasta per qualche minuto, poi lasciatela riposare per 15 minuti.
Trascorso il tempo, con il mattarello stendere sul piano da lavoro una sfoglia molto sottile e tagliarla a triangoli isosceli da cm 5 per lato.
Quando si approssima il momento di andare a tavola, in un tegame mettere la cipolla tritata sottilmente, metà dell'olio, unire i ceci passati e quelli interi e farli insaporire cuocendo a fuoco medio per un paio di minuti. In una pentola con un litro di acqua salata portare a bollore e lessare una metà dei triangoli. Mettere il restante olio in una padella e friggere a fuoco molto forte, per due minuti, la pasta ancora rimasta cruda, rimestando.
Unire la pasta lessata e quella fritta nella zuppiera che porterete in tavola, aggiungere i ceci tenuti in caldo, mescolare bene, aggiustare di sale se necessario, e servire subito.
Se gradita potrete aggiungere una macinata di pepe oppure un pezzetto di peperoncino forte.

lunedì 27 dicembre 2010

FILETTI DI BACCALA' AGLI AROMI DELL'ORTO

E' cosa nota che nei giorni precedenti le feste, cioè di vigilia, sarebbe quasi obbligatorio non nutrirsi con carni, ma esclusivamente con pesci. In questi giorni i venditori di pesci tirano fuoi dai frigoriferi tutto quello che hanno messo da parte, in attesa dei gonzi che poi pagheranno dei prezzi notevolmente più alti degli altri giorni. In una serie di pescherie, che qui non citerò, i NAS Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri hanno scoperto che si stavano scongelando diverse tonnellate di pesci surgelati già scaduti nel lontano 2002, cioè ben otto anni fa! Se non li avesssero distrutti sarebbero poi stati venduti come pesci freschi a persone dai pochi scrupoli o dall'assoluta mancanza dell'olfatto, della vista e del tatto. (E' cosa nota che il pesce non fresco, oltre ad emanare una forte puzza di pesce, ha la pupilla dell'occhio ormai concava perché asciugata dal tempo e poi le branchie di colore tendente al rosso scuro-marrone ed una consistenza morbida al tatto, delle carni).
Quindi, non dovendo mangiare carni, perché non rifugiarsi nel baccalà, pesce pescato nei mari del nord, tenuto sotto sale e poi dissalato nei nostri paesi.
Allora se vi siete convinti che talvolta il baccalà è meglio del pesce, seguite la mia ricetta, perdendoci un poco di tempo, ma poi alla fine vi leccherete anche i baffi!

INGREDIENTI per 6 persone (se siete meno di sei, che cenone è ?): filetti di baccalà ammollato e bagnato gr 1000; latte fresco intero cc 500; farina poca (quanto basta per infarinare i vari pezzi di baccalà); cipolla gr 100; carote 1; sedano 1 costa; aglio 2 spicchi; prezzemolo 1 bel ciuffo;
acciughe salate 4 filetti sott'olio; funghi secchi 1 bustina gr 20; capperi sotto ale 1 cucchiaino; pinoli 1 cucchiaino; vino bianco secco cc 100; olio extra vergine d'oliva 8 cucchiai.

PROCEDIMENTO: tagliare a pezzi i filetti, metterli in una terrina e coprirli di latte facendoli spurgare per almeno due ore. Tritare insieme la cipolla, la carota, il sedano, l'aglio, il prezzemolo e in una capace padella, con metà dell'olio cuocere a fuoco dolce per 5 minuti; aggiungere le acciughe sott'olio e continuare per altri 5 minuti. Mettere nel mixer i capperi ben lavati, i pinoli, i funghi secchi già fatti rinvenire in una tazzina d'acqua, il vino e frullare per un minuto, quindi aggiungere questo ultimo trito alla padella.
Infarinare i pezzi di baccalà dopo averli sommariamente asciugati con carta da cucina, scrollare via la farina in eccesso e adagiarli in padella, coprendoli con il condimento. Aggiungere la parte restante di olio e cuocere per 15 minuti a fuoco medio, rigirando i vari pezzi.
Tenere in caldo la padella fino al momento di portare in tavola la pietanza che dovrà essere servita ben calda dopo averla trasferita nel piatto di portata.
Come contorno, a parte potrete servire delle patate bollite, sbucciate e tagliate a fette spesse un dito.

LE MELE FRITTE IN PASTELLA : UN DOLCE SEMPLICE DA INSEGNARE AI PIU' PICCINI!

Siamo in giorni di festa e di vacanza dalla scuola. Perché non far divertire i bambini insegnando loro come realizzare un dolce semplice che piace sempre a tutti? Ovviamente bisogna stare attenti particolarmente nel momento in cui si frigge, perché una scottatura con l'olio bollente oltre ad essere dolorosa è molto pericolosa, ma il resto del percorso potete farlo eseguire da loro, e quando si frigge staranno a guardare a distanza di sicurezza.
Allora di mele ve ne è in abbondanza in questo periodo, la farina e le uova in casa ci sono sempre, come pure lo zucchero, allora cosa manca: un poco di latte e mezza bustina di lievito in polvere per dolci, come ad esempio "Il pane degli angeli" e poi una buona quantità di pazienza per rispondere alle loro domande, il gioco è fatto e buona parte del pomeriggio è passato!

INGREDIENTI: mele gr 500; farina gr 250; uova 2; latte fresco intero q.b.; zucchero 1 cucchiaio; sale 1 pizzico; lievito in polvere per dolci 1/2 bustina (gr 8); olio per friggere q.b.; zucchero da spolverare sulle frittelle già pronte da mangiare q.b.

PROCEDIMENTO: in una ciotola mettere le uova, sbatterle con due forchette (o con una frusta), aggiungere un poco per volta la farina, il cucchiaio di zucchero, il pizzico di sale, la mezza bustina di lievito, mescolare bene ed aggiungere tanto latte freddo (un poco per volta), fino ad ottenere una pastella densa. Lasciarla riposare per alcuni minuti, mentre vi dedicate alle mele.
Lavare le mele, tagliarle in due, eliminare torsolo e buccia e tagliare a sottili fette le mezze mele.
Metterle in pastella per evitare che esposte all'aria le fettine si anneriscano.
Preparare ora la padella mettendo dell'olio abbondante ed accendendo il fuoco. (Questo è il momento in cui i piccoli devono stare a distanza, assistendo alle varie operazioni da lontano).
Quando l'olio comincia a sfrigolare, prendere con un cucchiaio una fettina di mela ricoperta di pastella e metterla in padella, quindi continuare fino a coprire lo spazio. Dopo un paio di minuti rigirare la fetta che si sarà ormai dorata e cuocere l'altro lato. Tirarle su dall'olio mettendole su carta da cucina assorbente ed andare avanti così, fino a terminare.
Ricordarsi di rimestare la pastella ogni volta che prelevate una fettina di mela.
Quando avrete terminato, distribuire le fettine di mela in un piatto più grande e spolverate sopra abbondante zucchero semolato (cioè il normale zucchero che usate tutti i giorni nel caffé).

domenica 26 dicembre 2010

CREMA PASTICCERA AL LIMONE

Una affezionata lettrice, di cui non faccio il nome, mi ha chiesto con una email la ricetta della crema pasticcera al sapore di limone.
Non ostante sia quasi notte (sono le 22,30) voglio accontentarla subito perché domani è la festa di compleanno del suo bambino e lei vuole preparare una torta in casa con le candeline.
Il pan di Spagna glielo prepara sua sorella, quindi lei si occuperà soltanto di mettergli dentro (e sopra) la crema.
INGREDIENTI: latte fresco intero cc 500; zucchero gr 250; tuorli d'uovo 6; amido di mais o maizena gr 50; la buccia grattugiata di 1 limone.
PROCEDIMENTO: bollite il latte a fuoco dolce, mentre in una terrina, con le fruste elettriche sbattete i tuorli con lo zucchero. Dopo due minuti incorporarvi la maizena (o l'amido di mais) frullando velocemente ed aggiungervi il latte lentamente, un pò per volta, continuando sempre a frullare, ma più lentamente. Versare il composto in una pentola, aggiungere la buccia grattugiata del limone precedentemente ben lavato ed asciugato e continuare a rimestare il composto con una frusta a mano, tenendo la pentola su fuoco dolce, senza mai fermarsi.
Dopo qualche minuto la crema comincerà a rassodarsi e quando avrà raggiunto la densità voluta, spegnere il fuoco ma continuare a rimestare, perché il fondo bollente della pentola continuerà la cottura per un paio di minuti.

P.S. Se non temete che la vaniglia possa provocare allergie, aromatizzate la crema aggiungendo una bustina di zucchero vanigliato mentre la cuocete.
Inoltre nel caso non gradiste la presenza della buccia grattugiata del limone nel composto della crema, potrete ottenere un simile risultato mettendo la buccia intera del limone a bollire nel latte e quindi eliminarla dopo la bollitura.(L'importante è pulire per bene il limone prima di utilizzarlo)

giovedì 23 dicembre 2010

MARMELLATA DI ARANCE del 5 dicembre 2008

Il 5 dicembre 2008, cioè due anni fa, spiegavo come fare una buona marmellata di arance.
In questi giorni, vedendo di nuovo sui banchi di vendita le arance prodotte nel sud del Lazio, nella Puglia e Calabria, che si riconoscono per la presenza di un paio di foglie con il picciuolo ancora attaccato al frutto, mi sono ricordato che sono le migliori per la realizzazione di una buona marmellata.
Tra l'altro vi ricordo che il termine "marmellata" dovrebbe essere usato soltanto quando si tratta di agrumi, mentre in tutti gli altri casi dovrebbe chiamarsi "confettura".

Vi chiederete perché non viene bene una marmellata preparata con la arance provenienti dalla Sicilia (il tarocco) o dalla Libia (il moro) o dalla Spagna (il navel) : perchè questa arance sono raccolte e distaccate dall'albero senza picciuolo, che impedirebbe poi il passaggio in un macchinario che prima le lava con acqua e delle spazzole rotanti, poi le asciuga con getti d'aria calda, poi le spruzza di un liquido a base di paraffina e di nuovo le asciuga.
Questo trattamento serve ad evitare che con il passare del tempo il frutto si asciughi, perdendo peso, lucentezza e consistenza della buccia.
I frutti che nel corso della maturazione hanno subìto qualche piccolo graffio sulla pelle , che si tramuta poi in piccolo difetto di qualità, (cioè una macchiolina di colore ruggine), vengono messi da parte e poi ricoperti a mano da quella specie di carta velina con i colori ed il marchio del produttore, ed infine riuniti insieme agli altri e venduti.

Quindi se dovete fare la marmellata, che come ben sapete si realizza sia con la polpa che con le buccie, non potete impiegare queste arance perché dovreste poi mangiare anche la "paraffina".

Quindi ritornate alla mia ricetta di allora e seguite il mio consiglio: una marmellata fatta in casa non solo è economica, ma è genuina e non contiene conservanti, nè coloranti, nè altro prodotto chimico .
Vi è solo zucchero, frutta matura e il vostro lavoro.

Per una buona conservazione è importante riempire i barattoli fino all'orlo con marmellata bollente, evitare che vi permangano all'interno bolle d'aria e poi chiudere con forza il coperchio, capovolgendo i barattoli e lavandoli sotto acqua fredda. Si conservano così per anni.

Ricordate che cucinare per i propri cari, per i propri amici è un segno d'amore.
E lo stesso discorso avviene per le marmellate. E donare un barattolo di marmellata o di confettura fatta da voi fa durare nel tempo il vostro ricordo con simpatia!

Buon Natale e Buon Anno Nuovo dal vostro amico Sergio !

lunedì 20 dicembre 2010

BUCATINI ALLA MARCHIGIANA

Mi trovavo in questi giorni a Roma ed un amico mi ha portato a pranzare in una trattoria marchigiana. Lì mi hanno offerto dei bucatini alla marchigiana, abbastanza differenti da quelli alla amatriciana. Li ho trovati più leggeri e più digeribili, infatti manca il formaggio pecorino, che è sostituito dal parmigiano ed al posto del guanciale del maiale o della pancetta vi è del prosciutto crudo. Sono molto semplici da preparare e vi consiglio di provarli, la troverete una interessante esperienza.

INGREDIENTI per 4 persone: bucatini gr 400; pomodori pelati gr 480 (1 barattolo); prosciutto grudo a fette gr 100; parmigiano grattugiato gr 100; cipolla picola 1; aglio 1; carota 1; 1 gambo di sedano; vino rosso 1 bicchiere cc 100; olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai.

PROCEDIMENTO: con il frullatore ad immersione tritare insieme la cipolla, l'aglio, la carota ed il sedano. Mettere il trito in una pentola con l'olio e su fuoco dolce fare cuocere 5 minuti rimestando. Unirvi le fette di prosciutto tagliate a strisce sottili, aggiungere il vino rosso e fare evaporare completamente. Dopo 5 minuti aggiungere tutto il contenuto del barattolo di pomodoro, schiacciando i pelati con la forchetta. Fare cuocere per 20 minuti sempre a fuoco dolce ed aggiustare di sale, se necessario.
Cuocere i bucatini in acqua salata e scolarli ben al dente, metterli in una grossa ciotola e condirli
con il sugo, spargendovi sopra la metà del parmigiano.
Portare subito in tavola la pietanza, con il restante parmigiano nella formaggiera.

domenica 19 dicembre 2010

AGNELLO AL FORNO CON PISELLINI, POMODORO E PATATE

Non so se nelle botteghe della carne che voi frequentate in tempo di Natale si trova più facilmente l'agnello o il capretto, sempre che siano di modeste dimensioni, e quindi questa ricetta va bene sia in un caso che nell'altro. Qualora l'animale da sacrificare fosse di dimensioni molto più grandi di un lattante, sarebbe necessario mettere i pezzi di carne a marinare per qualche ora, per far andare via un poco dell'odore che l'animale adulto porta con se immancabilmente.
In calce a questa ricetta vi illustrerò come preparare la marinata.
Inoltre la presenza tra gli ingredienti di pisellini e di patate, rende questo secondo piatto pietanza completa, cioè che non ha bisogno di ulteriori contorni.

INGREDIENTI per 4 persone: agnello (o capretto) gr 1200; pisellini finissimi surgelati gr 750; pomodoro pelato gr 480 (1 scatola); cipolla gr 150; carote 2; coste di sedano 2; prezzemolo 1 ciuffo; aglio 2 spicchi; rosmarino fresco 2 rametti; olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; pancetta a dadini gr 65 (metà confezione); vino bianco secco cc 150; sale fino; patate gr 750.

PROCEDIMENTO: lavare le patate, sbucciarle, tagliarle a fette spesse e metterle in un tegame coperte da acqua appena salata. Cuocere per 10 minuti, quindi scolarle senza romperle e tenerle da parte. (P.S. nota)Tagliare le carni a pezzi, lavarli, asciugarli con carta da cucina spruzzargli sopra un poco di sale e porli in una pentola con la metà dell'olio. Su fuoco medio fare rosolare rigirando i vari pezzi, quindi, dopo 10 minuti, bagnare con il vino e farlo evaporare. Con una forchetta tirare fuori tutti i pezzi di carne, farli un pò sgocciolare e trasferirli temporaneamente in una ciotola.
Tritare accuratamente insieme la cipolla, l'aglio, le carote, il sedano, il prezzemolo, le foglioline del rosmarino (il legno no) ed unirlo al fondo di cottura della pentola, aggiungere il resto dell'olio, la pancetta a cubetti, fare imbiondire il trito a fuoco medio per 5 minuti, quindi aggiungere il pomodoro, i pisellini, cuocere per altri 5 minuti rimestando ed unire di nuovo le carni. Aggiungere due bicchieri d'acqua e fare cuocere per altri 15 minuti a fuoco medio.
Spalmare il fondo di una ampia pirofila (che poi sarà portata in tavola ) di appena un poco d'olio, sistemare sul fondo le fette di patate, poi sopra i pezzi di carne, tutto il fondo di cottura con i pisellini e mettere in forno già caldo a 180° per 30 minuti . Servire la pietanza ben calda.

P.S. Per marinare le carni di capretto o agnellino serve innanzitutto un recipiente dove i pezzi di carne già sezionati potranno restare appena coperti dal liquido. Tritare (con il mixer) una cipollina, uno spicchio d'aglio, le foglioline di un paio di rametti di rosmarino, aggiungere un paio di bicchieri di vino rosso (anche se già aperto da un pò e tendente ad inacidirsi), un paio di cucchiai di aceto, un cucchiaio di sale fino. Mescolare il tutto e quindi immergervi dentro le carni. Poichè difficilmente potrete coprirle completamente con questi limitati ingredienti, dovrete ogni tanto, rigirare i vari pezzi con una forchetta per farli spurgare da ogni lato.
Dopo quattro ore di questo trattamento, gettate via tutta la marinata ed iniziate a seguire la ricetta dal punto (P.S. nota).

venerdì 17 dicembre 2010

RISOTTO AI CARCIOFI E DUE FORMAGGI

In questo periodo i carciofi abbondano e poichè contengono potassio ed altri importanti minerali preziosi per il nostro organismo, perché non preparare un risotto un pò diverso dal solito, che arricchito da un paio di formaggi può essere considarato un piatto unico, facendolo seguire poi da un'insalata di arance e gherigli di noci, semplicissima da prepararsi.
Allora se concordate con me seguite le mie istruzioni e ne rimarrete contenti.

INGREDIENTI per 4 persone: riso arborio superfino gr 350; carciofi 4; cipolla gr 200; olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai; burro gr 30; parmigiano grattugiato gr 100; gorgonzola gr 50; dado da brodo 1; sale fino; vino bianco secco 1 bicchiere (cc 125); prezzemolo 1 ciuffo tritato.

PROCEDIMENTO: in un'ampia padella, grande abbastanza per poter poi cuocere il risotto, mettere l'olio, la cipolla tagliata a velo e fare cuocere a fuoco dolce. Nel frattempo preparare i carciofi eliminando i primi due giri di foglie esterne più dure; quindi tagliare la punta delle rimanenti foglie e dopo aver sezionato in due ogni carciofo, togliere la peluria dal fondo, senza danneggiarlo, quindi tagliare fondo e foglie tenere a sottili spicchi. Per evitare che gli spicchi si anneriscano a contatto dell'aria, immergerli in una terrina di acqua nella quale avrete diluito un mezzo cucchiaio di farina. (qualcuno acidula l'acqua con il succo di un limone, ma talvolta manca in casa, mentre la farina c'é sempre!)
Quando i carciofi sono pronti, tirarli fuori dall'acqua e farina e metterli in padella, con un mezzo cucchiaino di sale, un mezzo bicchiere d'acqua ed il coperchio.
Cuocere così a fuoco medio per 10 minuti, rimestando un paio di volte, poi eliminare il coperchio e cuocere ancora per 5 minuti.
Con una schiumarola tirare su gli spicchi di carciofi, tenerli da parte e nel fondo di cottura mettere il riso e rimestare per farlo impregnare di olio.
Aggiungere il vino, il dado sbriciolato, farlo sciogliere rimestando, quindi continuare a cuocere aggiungendo un poco per volta un mestolino di acqua calda, mano a mano che viene assorbito dal riso. Quando il riso è quasi pronto, (trascorsi 15 minuti dall'inizio della cottura,) aggiungere in padella i carciofi, rimestare senza danneggiarli e dopo un paio di minuti unire il parmigiano, il burro ed il gorgonzola, sempre rimestando delicatamente. Nel caso risultasse troppo asciutto aggiungere ancora un poco di acqua calda, travasarlo nel piatto di portata, spargervi sopra il trito di prezzemolo già pronto e servirlo subito.


P.S. Ho preferito mettere il dado sbriciolato direttamente in padella e poi aggiungere acqua calda perché non si sa mai con precisione quanta acqua potrà assorbire la cottura del risotto. In teoria dovrebbe essere una volta e mezzo il volume del riso ancora crudo, ma se si prepara un brodo in precedenza, non si sa se viene poi utilizzato interamente.

mercoledì 15 dicembre 2010

COSTINE E SALSICCIE DI MAIALE IN UMIDO ALLE VERDURE INVERNALI

Il cavolo-verza ed il cavolfiore, sono verdure che ci riportano subito all'inverno, nel caso non ci fossimo accorti che la temperatura era precipitata e che ormai Natale era alle porte!

Il maiale, animale nobile molto più del cavallo, si sacrifica per noi permettendoci di acquistarlo a prezzi molto inferiori al manzo, in piena concorrenza con i polli.

E poi il maiale non è più così grasso come una volta, sebbene un poco di grasso di maiale serva molto alla nostra pelle, permettendo una veloce ricostruzione del nostro tessuto epiteliare.


Ricordo a tal proposito che tanti anni fa, quando dirigevo uno stabilimento industriale in provincia di Torino, chiesi ad un mio caro amico medico che tipo di rimedio far precrivere ad una mia collaboratrice, la quale aveva provato inutilmente tante medicine, per poter guarire dei tagli che le venivano spontaneamente sul palmo e sulle dita della mano, senza che avesse toccato nulla di tagliente.


Mi chiese di fargliela venire in ospedalle, alle Molinette, dove lui prestava la sua opera da anni.

Le guardò le mani e sentenziò: Due fette di pancetta in un piccolo panino la mattina e due fette di pancetta nel pomeriggio, poi tra due settimane deve ritornare da me!

Dopo due settimane di questa cura non ebbi il coraggio di consigliarle di fare un'analisi del sangue per dare uno sguardo al colesterolo, per paura che fosse salito alle stelle, ma le guardai le mani e mi accorsi che i tagli si erano rimarginati.
La mandai di nuovo dal mio amico, il quale non appena la vide mi telefonò: "Uomo di poca fede, non sapevi che il grasso di maiale aiuta la rigenerazione dei nostri tessuti. A volte le medicine non risolvono ciò che la natura può invece fare più semplicemente!"

Allora accingiamioci ad accogliere questa pietanza, al termine della quale vi concedo di brindare con un buon bicchiere di vino rosso corposo, ma non più di uno, specialmente se dovete poi guidare l'auto!

Ormai la pubblicità televisiva di aperitivi e liquori vari, che ci bombarda a tutte le ore, prima vi incita a bere, poi vi raccomanda :" Bere responsabilmente e moderatamente"


INGREDIENTI: per 6 persone: costine di maiale (spuntature) gr 800; salsiccia fresca di maiale gr 800; cavolo-verza 1; cavolfiore 1; carote gr 100; patate gr 500; cipolle gr 250; costa di sedano 1; bacche di ginepro 12; vino bianco secco cc 100; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai; sale fino.

PROCEDIMENTO: lavare il cavolo-verza, foglia per foglia, eliminare il torsolo e sbollentarle in acqua salata per 5 minuti, quindi sollevarle con una schiumarola e tenerle da parte. Non gettare via l'acqua di bollitura. Tagliare il cavolfiore a piccole cimette, eliminare il torsolo e sbollentarle nell'acqua nella quale è stato cotto il cavolo-verza. Dopo 10 minuti tirare su le cimette farle scolare e tenerle da parte non gettando via l'acqua. Lavare le patate, sbucciarle e tagliarle a tocchetti tutti uguali tra loro, lessarle in acqua salata per 10 minuti, quindi scolarle.
Nel mixer tritare insieme la carota, la cipolla, il sedano, mettere il trito in una pentola con l'olio e cuocere per 5 minuti a fuoco dolce.
Unirvi le bacche di ginepro, le costine di maiale, cuocere a fuoco medio per 5 minuti rimestandole, quindi unirvi le salsiccie, bagnare con il vino ed attendere che evapori in altri 10 minuti di cottura.
Aggiungere ora sia le foglie di cavolo-verza tagliate a striscioline e le cimette di cavolfiore, le patate lessate e due mestoli dell'acqua di cottura della verza e del cavolfiore.
Coprire e cuocere a fuoco medio per 15 minuti, poi scoprire la pentola, pungere con i rebbi di una forchetta le salsiccie e cuocere per altri 20 minuti fino a che il liquido non si sia per buona parte asciugato. Servire la pietanza ben calda sul piatto di portata, già in precedenza tenuto nel forno a 100° per 10 minuti, onde evitare che si raffreddi rapidamente.

SONO STATO SEI GIORNI CON LA LINEA ADSL INTERNET STACCATA !

E' come restare per una settimana senza il televisore, senza il frigorifero, senza il gas per cucinare!
Non avevo idea di cosa significasse poter usare il computer soltanto per fare i solitari o scrivere una lettera, da inviare poi soltanto per posta, con il francobollo!
Finalmente , dopo una serie di telefonate di fuoco.....con i gestori della linea (non faccio nomi per non danneggiarli), di fax e di altre telefonate, seguite da inutili tentativi di riagganciare la linea,
(mi hanno anche detto che il freddo ed il vento forte hanno provocato in molte parti d'Italia una serie di guasti), questa mattina mio figlio Alberto, molto più esperto di computer di me, è riuscito a mettersi in contatto con i tecnici, e dopo circa un'ora di colloquio e di accendi e spegni, gira di qua e gira di là, mi è tornata la connessione con Internet.
Ero come Robinson Crosue nel momento in cui aveva visto all'orizzonte la sagoma di un veliero.

Allora scusatemi se per questi giorni non ho potuto seguirvi, ma riparo subito alla mancanza mettendovi la descrizione di una pietanza a base di carne di maiale, che in questi giorni di freddo polare, va proprio bene !
Sergio Corbino

giovedì 9 dicembre 2010

PIATTO UNICO: LA POLENTA VALSUGANA AL RAGU' VELOCE MA RICCO

Sembra assurdo che un napoletano come me venga a proporre una ricetta di polenta, piatto tipicamente nordico, ma invece non lo è, perché almeno la prima metà dei miei anni di lavoro li ho trascorsi proprio al nord, tra Firenze, Verona, Bergamo e Torino. E poi apprezzare una pietanza che è stata ben gradita e poi riproporla agli amici, deve prescindere dal luogo di origine sia della pietanza che di colui che andrà a prepararla.

Dopo oltre diEci anni trascorsi in Piemonte, ho imparato ad apprezzare un buon risotto e con poca modestia, posso ben asserire che i miei risotti riscono a stupire tutti quelli che li saggiano.
E poi quel che più conta, è che sono riuscito ad insegnare a cucinare il riso anche ad alcuni miei conterranei, che prima di essere eruditi sulle corrette maniere di cuocerlo, erano capaci di commettere delle gravi bestialità, come quella di mettere in precedenza il riso a bagno nel vino e poi di iniziare a cuocerlo!!

Ho proposto la polenta Valsugana perché essendo precotta a vapore, consente una cottura perfetta negli 8/10 minuti, mentre con la farina di mais, forse un'ora di cottura non sarebbe bastata.

INGREDIENTI per 4 persone: polenta Valsugana 1 confezione da gr 375 divisa a metà; acqua calda cc 750; sale grosso 1 cucchiaino. Per il condimento: pomodori pelati 1 scatola da gr 240 oltre acqua di vegetazione gr 160; carne di maiale tritata gr 150; carne di manzo tritata gr 150; doppio concentrato di pomodoro (il barattolo è di gr 140) ne basta un cucchiaio raso (gr 35); olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; carota 2; cipolla media 1; sedano 2 coste; vino rosso cc 125; sale.

PROCEDIMENTO: mettere sul fuoco una pentola con cc 750 di acqua ed un cucchiaino di sale grosso. Quando bolle versarvi dentro a pioggia metà sacchetto di polenta e mescolare velocemente con una frusta per evitare che si formino dei grumi. Cuocere così per 8/10 minuti, sempre mescolando, quindi versare la polenta in un largo piatto e tenerla al caldo.

Preparate ora il condimento: in una pentola mettere l'olio, la cipolla, le carote ed il sedano tritato finemente con il frullatore ad immersione, fare rosolare per 5 minuti a fuoco dolce, quindi aggiungere le carni tritate, farle rosolare alzando la fiamma e poi aggiungere il vino. Farlo evaporare ed unire il contenuto della scatola di pomodoro ed il cucchiaio raso di concentrato.
Mescolare e fare cuocere per 15 minuti con il coperchio, poi eliminare il coperchio e cuocere ancora per altri 15 minuti. Aggiustare di sale se necessario e tenere da parte in caldo.

Al momento di andare a tavola portare la polenta, il condimento versato in una capace salsiera e da parte, nella formaggiera del parmigiano grattugiato che sarà certamente gradito da tutti.

mercoledì 8 dicembre 2010

TONNO FRESCO AL FORNO AGLI AROMI MEDITERRANEI


Mio padre era nato in un paese della Sicilia Orientale, ad Augusta, in provincia di Siracusa, un tempo chiamata Magna Grecia, cittadina divenuta famosa da una decina d'anni perché ha dato i natali all'attore comico Fiorello.
Fin da piccolo mi recavo ogni anno al suo paese, per due o tre giorni ed avevo imparato a conoscere ed apprezzare la cucina siciliana ed alcune pietanze mi erano rimaste impresse, perché particolarmente gradite al mio giovane palato.
Non parlo qui dei dolci, ma di piatti salati ed avevo anche appreso alcuni sistemi di cottura e di frittura molto diversi da quelli da noi normalmente seguiti.
Voglio a tal proposito svelarvi un segreto, (ma vi prego non andate a raccontarlo in giro), con il quale si friggevano in maniera saporita ed egregia pesci o verdure come peperoni o melanzane, sistema improntato ad una sana economia ma anche con un particolare riguardo alla salute.

La anziana sorella di mio padre, zia Mimì, che cucinava per noi i pasti, quando friggeva usava una piccola padella di ferro, (l'antiaderente era ancora sconosciuto) con appena un poco di olio (extra vergine d'oliva). Friggeva due o tre pezzi, li rigirava con una forchetta, poi quando erano cotti al punto giusto li toglieva ed aggiungeva un altro poco di olio alla padella e poi altri pezzi da friggere e così via. In questa maniera - mi veniva spiegato - ogni due o tre pezzi da friggere, l'olio della padella veniva consumato del tutto ed assorbito dai cibi già fritti. Al termine della frittura non vi era dell'olio da gettare via.

Oggi, contrariamente a ciò, normalmente si riempie una padella di olio che continua a friggere, a friggere per tanto tempo surriscaldandosi e poi magari quando si sono finite le cose da friggere, l'olio si conserva per una volta successiva, oppure viene gettato via nel lavello. (inquinando lo scarico e successivamente le falde acquifere).
Nei ristoranti e nelle friggitorie oggi vi è l'obbligo di legge di conservare l'olio e di conferirlo al Consorzio olii bruciati. Chissà costoro cosa ne faranno?

Ma restiamo nel dubbio e torniamo a noi.
Una pietanza che mi era abbastanza piaciuta, era il tonno fresco cucinato in tegame con pomodori, cipolle, origano e talvolta, ovviamente in stagione estiva, con l'aggiunta di peperoni precedentemente arrostiti .
Nel corso degli anni questa pietanza la ho ripetuta più volte con successo e quindi desidero illustrarvela per farvi saggiare questi antichi sapori un poco forti e selvaggi.

INGREDIENTI; per 4 persone: tonno fresco quattro fette da circa gr 150 /cad.; pomodori pelati gr 240 (oltre liquido di governo: 1 barattolo è in totale gr 400); olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; aglio 2 spicchi; cipolla gr 200; sale 1 cucchiaino raso; capperi sotto sale 1 cucchiaino; origano secco 1 cucchiaino; vino bianco secco cc 125 (un bicchierino vuoto di yogurt).

PROCEDIMENTO: in un ampio tegame mettere l'olio, la cipolla tagliata a velo (a fette sottili sottili), l'aglio sbucciato e sminuzzato, il sale fino e il contenuto della scatola di pomodori; su fuoco medio fare cuocere per 15 minuti, schiacciando con i rebbi di una forchetta i pomodori pelati.
Tagliuzzare i capperi (se sono di misura grande) dopo averli ben lavati ed asciugati, quindi aggiungerli alla salsa.
Lavare sotto l'acqua ed asciugare con carta da cucina le fette di tonno fresco. Togliere dal fuoco il tegame, sistemare su di un solo strato le fette di tonno, spargervi sopra il vino, l'origano e coprirle con il sugo già in parte cotto. Cuocere su fuoco medio con il coperchio per 5 minuti, capovolgere la fette, ricoprirle di sugo e continuare la cottura per altri 5 minuti senza coperchio a fuoco più forte.
Portarle in tavola la pietanza ben calda.

P.S. Qualora doveste realizzare questo piatto in un periodo in cui ci sono i peperoni grandi, potrete aggiungerne 3 o 4 alla pietanza, tagliati a piccole strisce, dopo averli arrostiti ed avere eliminata la pelle, i semi ed il torsolo. Quest'inserimento è da fare nel momento in cui sistemate le fette di tonno nel tegame. Adagiatevi sopra i peperoni, poi il vino, l'origano e la salsa.
Basteranno quindi i successivi dieci minuti di cottura (cinque con coperchio e cinque senza) per far amalgamare ed armonizzare i diversi sapori.

martedì 7 dicembre 2010

SALMONE E FINOCCHI GRATINATI



Scrivendo la ricetta precedente di frittelle al salmone, mi è tornata in mente un'altra ricetta che ha come protagonista il salmone fresco, pesce invero non eccessivamente caro, unito ai finocchi, che in questo periodo dell'anno sono sempre presenti sul banco delle verdure.
E' un secondo piatto un pò diverso dal solito, è facile da realizzare ed è abbastanza veloce come cottura.
Allora abbandonando i piatti a base di rosso-pomodoro seguitemi nel realizzare questo piatto rosa-pallido.

INGREDIENTI per 4 persone: finocchi 3; latte fresco intero cc 250; burro gr 70; salmone gr 600; parmigiano grattugiato gr 100; olio extra vergine d'oliva 2 cucchiai; sale.

PROCEDIMENTO: lavare i finocchi eliminando le foglie esterne più dure. Tagliarli a sottili rondelle e metterli in un tegame con un cucchiaio d'olio e un terzo del burro; farli rosolare per 5 minuti, aggiungere un pizzico di sale e coprirli con il latte. Cuocere a fuoco dolce fino a che tutto il latte non si sia assorbito. (da 10 a 15 minuti)
Tagliare il pesce a sottili fettine dopo aver eliminato eventuali spine, tendini e la pelle.
Mettere in una pirofila da forno, che poi porterete in tavola, un cucchiaio d'olio, un altro terzo del burro, i finocchi alternati alle fettine sottili di pesce, spargere sopra il formaggio grattugiato e il resto del burro a fiocchetti.
Mettere in forno già caldo a 160° la pirofila e fare gratinare per qualche minuto sotto il grill acceso, finchè il piatto non sarà dorato.
Portarlo in tavola ben caldo.

FRITTELLINE DI SALMONE IN PASTELLA

Con l'approssimarsi della fine dell'anno, si fanno più frequenti le occasioni di pranzi e cene, con l'augurio e la speranza che le cose vadano meglio. Quindi prima di andare a tavola, offrendo ai commensali un buon bicchiere di vino bianco freddo, ci sta bene una frittellina di salmone in pastella, al posto dei soliti salatini o delle patatine fritte con olio di dubbia origine.

Un appetizer fatto in casa sarà di certo più gradito ed allora vi descrivo queste frittelline un pò diverse dalla norma, nelle quali vi è dentro del salmone fresco cotto al vapore o appena lessato.

INGREDIENTI per 4/6 persone: salmone fresco gr 400 (in un sol pezzo); farina gr 150; sale fino 1 pizzico; albumi d'uovo 2; birra cc 200; timo o rosmarino fresco un paio di rametti; capperi sotto sale 1 cucchiaino; olio extra vergine d'oliva 1 cucchiaio; olio extra vergine d'oliva per friggere q.b.

PROCEDIMENTO: in una pentolina lessare in acqua salata il salmone per non più di 5 minuti, quindi scolarlo. Nel caso disponiate in cucina della pentola per cuocere a vapore, sempre non più di cinque minuti.
Sminuzzare il pezzo di pesce, eliminando eventuali spine, tendini e pelle e tenerlo da parte.
In una terrina mescolare la farina con il cucchiaio d'olio, un pizzico di sale fino, le foglioline del rosmarino o del timo tagliuzzate, i capperi lavati asciugati e tagliuzzati con le forbici, aggiungendo cc 200 di birra. (Nel caso non disponiate di birra è necessario un mezzo panetto di lievito di birra, ed allora stemperatelo in cc 200 di acqua tiepida e mescolatelo alla farina).
Lasciare in luogo caldo la pastella ed attendere almeno un'ora.
Trascorso il tempo, montare a neve ferma i due albumi con un pizzico di sale, unire il salmone sminuzzato e gli albumi alla pastella, mescolare lentamente, mettere sul fuoco una padellina con olio d'oliva extra vergine d'oliva, con un cucchiaio prelevare un pò di impasto, lasciarlo scivolare nell'olio bollente e continuare così, tirando su le frittelle mano a mano che prendono colore venendo a galla, quindi metterle a scolare su carta assorbente. Servirle ben calde.

P.S. Un suggerimento: per prelevare la pastella dalla terrina, sarete agevolati se il cucchiaio sarà stato precedentemente bagnato in olio: il bolo scivolerà meglio. Nel caso non disponiate di salmone, potrete sostituirlo con un pezzo di filetto di baccalà. Fare attenzione nel non abbondare nel sale, perché di solito è già abbastanza salato.

UN VELOCE SGUARDO ALLE MIE RICETTE PUBBLICATE NEL PRIMO ANNO DI ATTIVITA' DEL BLOG: SONO IN UN RICHIAMO DEL 15 GIUGNO DEL 2009

E' ovvio che a distanza di anni non si possono ricordare tutte le ricette a suo tempo inserite nel blog. Per questo vi è un valido ed utilissimo "motore di ricerca", qui in alto sulla destra, dove basta inserire la parola relativa alla pietanza o ad un ingrediente che cerchiamo , ad esempio "seppia" e vi salta fuori la ricetta relativa al sugo di seppie, etc.

Nei primi mesi di avviamento del mio blog, inserivo poche ricette al mese, i lettori non erano ancora arrivati in massa, come ora per fortuna accade e quindi non ero quasi molto invogliato a dedicargli tanto tempo.
Gli articoli per le riviste gastronomiche ed i racconti per i miei libri, mi assorbivano abbastanza tempo, ma con l'andare del tempo mi accorsi che più ricette nuove inserivo, più aumentavano i lettori .
E così, come recita il proverbio che "l'appetito viene mangiando" , ho dedicato maggior tempo alla ricerca ed allo studio di nuove idee gastronomiche da sottoporvi ed i lettori sono aumentati.

Ma non dobbiamo dimenticare che tante ricette scritte nei primi tempi, nulla hanno in meno delle attuali. Quindi quando vi mettete al computer per vedere cosa di nuovo vi propongo, ogni tanto fate un tuffo nel ....passato e vedrete che qualcosa di buono lo troverete certamente.

Grazie per avermi dedicato un minuto del vostro tempo per leggere questa mia dichiarazione!

domenica 5 dicembre 2010

RICETTA PER SINGLE: MACCHERONI CON LA RICOTTA


E' la ricetta più semplice che esiste per un primo piatto. Bisogna soltanto far cuocere la pasta e grattugiare un poco di parmigiano ed il gioco è fatto.
Oggi ero solo in casa, mia moglie era andata a pranzo da uno dei suoi nipoti e quindi mi sono messo a cercare qualcosa di commestibile nel frigo: ho trovato un residuo di ricotta di ieri l'altro, anche un bel pezzo di parmigiano che non manca mai ed allora mi sono messo al lavoro e in dieci minuti tutto era pronto. Per la pasta vi era soltanto l'imbarazzo della scelta in dispensa.
INGREDIENTI: maccheroni (vanno bene tutti: farfalle, ziti spezzati, vermicelli, tubettini, etc) gr 120; parmigiano grattugiato 2 cucchiai colmi; ricotta gr 100; sale.
PROCEDIMENTO : mettere sul fuoco una pentola con acqua e 1 cucchiaio di sale grosso. Quando bolle immergere la pasta. Nel piatto fondo mettere la ricotta, mescolarla con il parmigiano grattugiato. Quando state per scolare la pasta prelevate una tazzina d'acqua bollente e versatela sulla ricotta, mescolando. Poi scolate la pasta ed aggiungetela alla ricotta, mescolate bene e mangiatela a piccoli bocconi, lentamente.
Se siete solo vi è concesso di guardare la televisione, purché non tratti argomenti di cucina !

sabato 4 dicembre 2010

LINGUINE AL CARTOCCIO CONDITE CON IL PESTO E I GAMBERONI

E' uno stupendo primo piatto, che può essere realizzato con successo anche da chi vive in località lontane dal mare (perché i gamberoni di taglia media surgelati sono ottimi) ed anche , ma non me ne vogliano, da chi non sa preparare il pesto, o ancora di più, da chi non ha grande dimestichezza con i fornelli, ma deve soltanto seguire alla lettera le mie istruzioni. (Ma non lo dite in giro, e vendetevela bene la perfetta riuscita di questo piatto!)

E' cosa nota che cucinare una pietanza al cartoccio è prerogativa dei grandi cuochi, e quindi voi dimostrerete a tutti i commensali che non siete da meno di uno chef con più di una "stella Michelin" !

Allora se volete seguirmi cominciamo dalla ricetta del famoso pesto genovese: Ci vuole un frullatore o (cosa molto più faticosa) un mortaio con un pestello.
Pensiamo che un frullatore ad immersione (quello che si infila in una ciotola) o del tipo un poco più grande ce lo abbiano tutti. Altrimenti regalatevelo per Natale !
Per preparare un barattolo di pesto sufficiente per condire un chilo di pasta, cioè cc 300 circa, ci vogliono:
prezzemolo fresco, lavato ed asciugato gr 50; spicchi d'aglio sbucciati 2; pinoli gr 50; basilico fresco gr 50; parmigiano grattugiato gr 60; olio extra vergine d'oliva 8 cucchiai; sale fino 1 pizzico. Mettere tutti gli ingredienti nel bicchiere del frullatore ed azionare le lame per 2 minuti.
Trasferire il pesto in un barattolo di vetro e chiuderlo, quindi metterlo al buio in frigo fino al momento di usarlo.

Altrimenti dal vostro negozio di alimentari di fiducia o nel Supermercato, lo trovate già pronto.
Potrete tutt'al più aggiungere un poco di parmigiano all'ultimo momento e un paio di cucchiai di olio. Comunque per la nostra ricetta ce ne vorranno soltanto gr 150.

INGREDIENTI per 4 persone: linguine (o fettuccelle)gr 500 (un pacco); pesto pronto gr 150; olio extra vergine d'oliva 5 cucchiai; spicchi d'aglio 2; vino bianco secco cc 125; parmigiano grattugiato gr 60; sale; gamberoni surgelati medio-grandi 12 con il guscio; carta oleata 4 quadrati da cm 30 per lato.

PROCEDIMENTO: scongelare i 12 gamberoni, eliminare la testa ed il guscio, quindi portare via il budellino che si trova sul dorso. Mettere sul fuoco una pentola con acqua salata e quando bolle mettervi dentro le linguine. Scolarle quando sono trascorsi 4 minuti (a metà cottura), metterle in una ciotolona e condirle con il pesto.
Dividere equamente tutte le linguine condite sui quattro quadrati di carta oleata posizionati su quattro piatti fondi. Poggiare sopra 3 gamberoni per parte, tagliuzzare l'aglio a minute fettine e distribuirle sulla pasta, spargere sopra un cucchiaio di parmigiano per ognuno ed un cucchiaio di olio. Richiudere in parte il cartoccio ed aggiungere in ognuno due cucchiai di vino. Completare la chiusura accuratamente, mettere i cartocci su di una teglia, (che poi porterete in tavola) uno a fianco dell'altro, con la chiusura rivolta verso l'alto, (se non avete una teglia usate la piastra del forno) e mettere in forno già caldo a 200° per 10/12 minuti.
Portare in tavola la teglia con i quattro cartocci e quando li avranno aperti tutti faranno ooooooh, che buon profumino!! E subito dopo: Ma sono tante, come si fa a finirle? E non ostante la dieta dichiarata........finiscono !

venerdì 3 dicembre 2010

SFORMATO DI CAPELLINI CON VERDURE E FORMAGGI

Se vi viene voglia di preparare questo particolare piatto, originale, molto saporito e molto bello anche a vedersi, è necessario avere in cucina uno stampo da forno con cerniera, (diametro cm 26) per consentire una sformatura che faccia scivolare il risultato finale nel piatto di portata, senza doverlo capovolgere.


Vorrei tentare di descriverlo, con poche parole, non potendo al momento disporre di una sua fotografia. (Mio figlio mi rimprovera spesso di non inserire le foto dei piatti realizzati. Ha ragione, ma avrei bisogno di tenere vicino a me un fotografo, mentre preparo i piatti. E quando li ho realizzati li mangiamo e non resta più nulla!)


Comunque il risultato finale è un gran ciambellone di capellini biondi croccanti con al centro una quiche di verdure, prima preparata in padella e poi sarà passata in forno a gratinare insieme ai capellini. Si potrebbe considerare un piatto unico, un pò insolito, dove la pasta viene utilizzata al posto del pane!

INGREDIENTI per 4 persone: capellini gr 400; zucchine gr 300; champignons affettati(coltivati) gr 250; cipolla gr 200; panna fresca di latte gr 200; uova 3; parmigiano grattugiato gr 100; olio extra vergine d'oliva 4 cucchiai; burro gr 40; prosciutto cotto affettato gr 100; pangrattato 2 cucchiai colmi.

PROCEDIMENTO: imburrare lo stampo rotondo con chiusura a cerniera . In una pentola mettere acqua e sale e quando bolle cuocere i capellini per non più di 2 minuti, quindi scolateli subito molto al dente. Metteteli ancora tiepidi in una terrina con il burro e rimestate per non farli troppo appiccicare tra di loro. Disporre i capellini nello stampo, aiutandovi con le mani, facendoli aderire al bordo laterale pressandoli, come se voleste formare un ciambellone di uguale spessore, lasciando un sottile strato al centro, per posizionarvi poi le verdure.
In una padella mettere la cipolla tagliata a velo con l'olio d'oliva, dopo due minuti di cottura aggiungere gli champignons già affettati, gli zucchini affettati in uguale spessore e cuocere per 10 minuti, rimestando un paio di volte, quindi togliere dal fuoco. In una terrina mettere le tre uova, sbatterle con una forchetta, aggiungere il parmigiano grattugiato, le fettine di prosciutto cotto a pezzetti, unire la panna liquida, il pangrattato, mescolare bene e infine aggiungere le verdure cotte, ormai raffreddate, con il loro fondo di cottura, mescolando ancora.
Versare al centro del ciambellone il composto con le verdure, pareggiare ed introdurre subito lo stampo nel forno già caldo a 180°. E' un'operazione da fare rapidamente perchè una piccola parte liquida del composto, in parte assorbita dal pangrattato (fondo di cottura, uovo e panna liquida) potrebbe tentare di uscire dalla chiusura del fondo dello stampo. Invece a contatto con la elevata temperatura verrà subito a solidificarsi.
Cuocere per 20 minuti poggiando lo stampo sul fondo del forno e poi altri 10 minuti spostandolo in alto, per far sì che il "grill" possa quasi bruciacchiare le punte dei capellini rendendole croccanti.
Tirare fuori dal forno lo stampo, ovviamente con l'aiuto di un guanto aprire la cerniera e sollevare la fascia laterale, quindi fare scivolare sul piatto di portata il vostro capolavoro e servitelo subito, una parte di capellini ed una parte di verdure.

P.S. Nel caso non disponiate di funghi Champignos potrete sostituirli con uno o due peperoni di qualsiasi colore verde o giallo o rosso, da cui avrete tolto torsolo e semi e affettato sottilmente, oppure ancora con carciofi (4) ai quali avrete eliminato il torsolo, le foglie esterne più dure, le punte delle rimanenti foglie e quindi tagliato a sottili fettine il fondo con le foglie più tenere commestibili.

CHIOCCIOLONI RIPIENI DI SPINACI E RICOTTA SU LETTO DI SALSA DI POMODORO

Questa volta vi illustro un singolare e simpatico primo piatto che farà anche una bella figura con i vostri commensali; riuscirà gradito a tutti (tranne a quelli che non amano gli spinaci) ed ha anche dei bei colori patriottici! Il bianco del chiocciolone, il verde della ricotta&spinaci ed il fondo rosso della salsa di pomodoro.
In questi giorni di crisi......del governo, prescindendo dalle proprie preferenze politiche, un pensiero al nostro tricolore non può far male, non vi sembra ?
Allora la pasta a forma di chioccioloni la trovate un pò dovunque; devono essere abbastanza grossi da poterli riempire con il cucchiaino, ma la completa realizzazione non è per niente difficile. Seguitemi!

INGREDIENTI per 4 persone: chioccioloni gr 500 (1 pacco) ; spinaci surgelati ben strizzati e scolati gr 300; ricotta gr 225; parmigiano grattugiato gr 100; pangrattato 4 cucchiai colmi; latte fresco intero cc 125 (un bicchierino vuoto di Yogourt è un perfetto misurino); olio extra vergine d'oliva 6 cucchiai; sale; pomodoro a pezzettoni (non la "passata") gr 480 (1 barattolo); aglio 1 spicchio; farina 1 cucchiaino da caffè.

PROCEDIMENTO: in una capace pentola mettere a riscaldare l'acqua poco salata e quando bolle far cuocere i chioccioloni, scolandoli molto al dente, quindi distribuirli su di un piatto largo per farli rapidamente raffreddare e lasciarli da parte. E' assolutamente sconsigliabile passarli sotto l'acqua fredda, come fanno alcuni sbagliando, perché portano via parte degli amidi della pasta. Chi lo fa è un grande ignorante, e non mi fate arrabbiare!!

Mettere nel frullatore gli spinaci accuratamente strizzati, la ricotta, il parmigiano grattugiato, il pangrattato, il latte freddo, metà dell'olio e azionare per due minuti le lame. Saggiare ed eventualmente aggiustare di sale.
Il pepe chi lo gradisce è libero di metterlo.
Io ho già più volte spiegato che non lo metto, perché non voglio violentare i miei commensali, costringendoli ad accettarlo!!

Sul fondo della pirofila da forno, dove sistemerete i chioccioloni e che porterete in tavola, versare i pomodori a pezzettoni, il resto dell'olio, lo spicchio d'aglio sbucciato e tagliato a sottilissime fettine, un cucchiaino di sale fino, il cucchiaino di farina e mescolare accuratamente il tutto. (La farina contribuirà a rendere un pò più densa la salsa di pomodoro).
(Vi consiglio di prendere la misura prima di versare il pomodoro, sistemando uno vicino l'altro, in un solo strato i chioccioloni lessati, ormai freddi ed ancora vuoti. La pirofila che scegliete deve essere della giusta misura, per tenerli tutti dritti, senza che il ripieno debordi nel caso per un urto dovessero inclinarsi.)
Nel caso la pirofila fosse troppo grande, lo strato di pomodoro si ridurrebbe a pochi millimetri.
Quindi se non disponete della pirofila della giusta misura, potete impiegare uno stampo metallico o in alluminio. Forse sarà meno bello, ma la pietanza risulterà lo stesso ottima e ben cotta.

Riempiamo ora i chioccioloni con un cucchiaino e sistemiamoli uno per volta, uno a fianco dell'altro, come tanti soldatini, con i piedi nel pomodoro condito.

Quando sarete pronti per andare a tavola accendete il forno a 180°, cuocete per 20 minuti , tirateli fuori e serviteli subito ben caldi.

IL CAKE DI ALI' BABA' , SECONDO UNA MIA PERSONALE IMMAGINAZIONE E INTERPRETAZIONE !

E' un fatto innegabile ed inspiegabile: quando si entra in un Supermercato spesso si infilano nel carrello tante cose di cui se ne potrebbe fare a meno, per non dire del tutto inutili !

E naturalmente non crediate che ciò non accada anche a me che sono quasi...... perfetto!
Infatti ieri l'altro, giunto a casa, nel mettere via ciò che avevo acquistato, mi sono trovato davanti una confezione da gr 500 di datteri. La ho aperta, ne ho mangiati due o tre e mi sono così ricordato il vecchio e divertente film di "Alì Babà e i 40 ladroni", proiettato nei cinema certamente una cinquantina d'anni fa, dove nel fantasmagorico mercato di Bagdad, l'acrobatico protagonista Sabù riusciva a rubare dei datteri, dell'uvetta sultanina e poi con una particolare astuzia delle focaccine con su tanto miele.

Quindi mi sono detto: se a Bagdad a quel tempo vi erano già questi ingredienti, perché non realizzare un pane dolce, con questi tre componenti all'interno dell'impasto e poi saggiare come viene?

Detto fatto mi sono messo all'opera e poiché l'esperimento è stato più che positivo ed il dolce è stato spazzato via di prima mattina, in parte da me e poi per buona parte dal mio goloso secondogenito Alberto, ho deciso di permettere anche a voi di saggiare questo simpatico pandolce.

INGREDIENTI: farina gr 350; lievito in polvere 1 bustina; sale fino 1/2 cucchiaino raso; acqua calda cc 250; burro gr 50 (più un poco per imburrare lo stampo); miele 3 cucchiai colmi; uvetta sultanina gr 50; datteri secchi snocciolati gr 100.

PROCEDIMENTO: eliminare i noccioli dai datteri e su di un tagliere tagliuzzarli minutamente.
Imburrare accuratamente uno stampo da forno rettangolare della capienza di almeno 1 litro.
In una terrina abbastanza grande mescolare insieme la farina, il lievito, il sale, il burro, il miele ed aggiungere una metà dell'acqua. Mescolare insieme il composto con le mani, passarlo sul piano da lavoro un poco infarinato e lavorare per almeno 5 minuti, (eventualmente aggiungendo ancora un poco d'acqua), fino ad ottenere un impasto omogeneo ma abbastanza solido. Mettere l'impasto in una terrina più grande di quella usata in precedenza, perché dovrà raddoppiare di volume, quindi coprirla con un panno e tenere in un luogo tiepido, per farla lievitare almeno 1 ora.

Trascorso il tempo, riprendere la pasta tra le mani e distribuire al suo interno l'uvetta ed i datteri a pezzetti. Formare un parallelepipedo e adagiarlo nello stampo. Di nuovo coprirlo e attendere almeno 30 minuti per una seconda lievitazione.

Accedendere il forno a 220° e quando è a temperatura mettere dentro lo stampo. Fare cuocere
per 35 minuti, quindi fare raffreddare il dolce fuori dal forno e quando è sceso di temperatura
capovolgere lo stampo e farlo raffreddare del tutto. Tagliarlo a fette da cm 1 .

giovedì 2 dicembre 2010

LO SPRECO ENORME DI CARTA, CARTONE E PLASTICA NELLE CONFEZIONI DEI PRODOTTI ALIMENTARI

Lo spreco di materie prime preziose come la carta, il cartone e la plastica, dovrebbe essere frenato, non solo nelle città che sono in crisi per il problema dei rifiuti, ma anche in quelle città che riescono con molto senso civico a differenziare i rifiuti, a secondo della loro composizione ed a secondo della fine che loro faranno quando vengono raccolti.

I vetri sono facilmente separabili, lo stesso può avvenire per gli imballaggi di cartone ondulato, la plastica si identifica facilmente e quando si gettano le bottiglie vuote bisognerebbe schiacciarle per ridurre il loro volume e poi mettere da parte eventuali chiusure o tappi se realizzati in materiale diverso.
E poi è comprensibile che i produttori di merci, sono soliti utilizzare le confezioni dei loro prodotti per riportarvi sopra a stampa colorata una gran quantità di notizie, ma principalmente i loro marchi di fabbrica per far veicolare senza costi aggiunti il loro nome, nella speranza che rimanga impresso nella memoria del cliente fino al momento di una ripetizione dell'acquisto.

E così invece di confezionare un prodotto in un semplice contenitore di cartone, forse perché a loro imposto da qualche misteriosa legge, per problemi di igiene lo chiudono con un sistema termosaldato in un contenitore di plastica trasparente. Poi non contenti di averlo pubblicizzato sul coperchio con una stampa a colori, lo infilano in un altro contenitore, il quale riporta una fotografica suggestione, simulando una particolare ricetta di cucina che per quanti sforzi farà il consumatore, mai riuscirà a somigliare al papocchio che avrete messo insieme!

Il risultato è, nel caso del piccolo contenitore che mi sta ora davanti, che questa ditta per vendere (direi a peso d'oro) ben gr 80 di gherigli di noci confezionati in atmosfera protettiva, ha utilizzato un totale di gr 20 di plastica, di cartone stampato e accoppiato alla plastica, che poi non potrà andare a finire nè nel contenitore dei rifiuti di carta, nè in quelli della plastica.
In compenso questo illustre confezionatore e distributore del prodotto, che si trova in provincia di Cremona e che evito di nominare, se ne è guardato bene dall'indicare il Paese di provenienza delle noci per evitare che il consumatore potesse poi avere qualche scrupolo nel mangiare un frutto che di certo avrà fatto almeno un migliaio di chilometri prima di giungere a destinazione.
E pensare che l'Italia è un Paese che produce tante noci, ma forse un pò più piccole, più storte, più irregolari, rispetto a quelle che ho trovato nella confezione ora sotto esame!

Mi sembra che a far data dal prossimo mese di gennaio nella Grande Distribuzione sarà obbligatorio l'utilizzo di sacchetti di plastica che non saranno più indistruttibili, ma che invece saranno biodegradabili in breve tempo.
Lo stesso dovrebbe essere imposto a tutti i produttori di beni alimentari, evitando tra l'altro che l'accoppiato (cartone + plastica, o cartone + foglio di alluminio) siano impiegati in produzione.

Comunque è un lungo discorso che riprenderemo ancora. Per ora mi limito a ringraziarvi della pazienza per avermi letto, ma ripensate a quanto vi ho scritto.

Un Grazie anche dall'Ambiente......che ne sopporta tante !

mercoledì 1 dicembre 2010

L'ETICHETTA DEVE RIPORTARE LA DICITURA : 100% DI PRODOTTO ITALIANO, RICORDATELO E' UN IMPORTANTE AVVISO PER GLI ADDETTI ALLA SPESA DI OGNI GIORNO.

Sembra che non ostante la serie di problemi che sta travagliando la vita del nostro governo, si stia per arrivare all'approvazione della legge che impone ai nostri produttori di esporre in etichetta questa dicitura " 100% di prodotto italiano" per far conoscere la provenienza cioè il luogo dove ciò che andremo a consumare, sia stato realmente coltivato o prodotto.

Ed in attesa della Legge, sono già tanti i nostri produttori che riportano questa dicitura in etichetta !

Ma la Unione Europea sembra non sia d'accordo con la nostra legge e forse in sede europea questa dicitura che serve a proteggere i nostri prodotti alimentari, dal coltivatore all'inscatolatore, non sarà approvata. ( Quindi dovremo aprire ancora di più gli occhi !!)

Ma a noi ciò importa relativamente! Quindi perché non premiare già adesso i produttori corretti che indicano il Paese di origine del prodotto in etichetta, preferendo le merci da loro prodotte, nel momento dell'acquisto?

Poi potremo così scegliere se preferiamo dei pomodori italiani o dei pomodori ad esempio prodotti nella Repubblica Popolare Cinese.
Ma comunque saremo noi a scegliere e non saremo così ciechi da farci rifilare come italiano un prodotto coltivato in un Paese dove non vi sono probabilmente efficaci controlli sui pesticidi, sugli anticrittogamici, sui fertilizzanti, come invece avviene da noi.

Quindi la solita mia raccomandazione rivolta agli addetti agli acquisti della famiglia: se non avete una vista perfetta portate con voi gli occhiali e leggete bene le etichette. (Quante volte vi è capitato in un Supermercato, che un cliente come voi vi chiede di leggere la scadenza sul prodotto che ha scelto e che ha in mano, perché ha lasciato a casa gli occhiali ?)

Ricordatevi che VOI pagate con soldi buoni e quindi dovete ricevere in cambio della merce buona. Quando acquistate dei peperoni, ad esempio, li rigirate per controllare se qualcuno dei lati è un poco ammaccato o marcito, anche se il commesso tenta lo stesso di farvelo scivolare nel sacchetto ?
Se la risposta è SI , allora perché non fare lo stesso controllo con le merci confezionate in scatola o in barattolo ?